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«Ho molti luoghi nell'anima in cui le parole cercano armonia. Il Tempo, per esempio, che nel suo ripetersi eterno ha modificato alcuni significati delle mie sensazioni ed emozioni. Poi il Silenzio, rifugio dei pensieri e delle immagini della mia lingua madre, la lingua dei ricordi. Da qui la scelta di chiedere ad Antonio Pirisi di tradurre le mie parole, in quella lingua che non conosco, ma è mia. È la lingua che ho respirato e di cui mi sono nutrita perché, anche se parlavo e mi parlavano in "italiano", prepotenti si facevano avanti parole che solo lì, nella mia Sardegna, potevano avere senso. Un esempio su tutti: il mese di settembre è "capidanni", in tutte le sue varianti fonetiche, portatore di cultura ancestrale che il nome italiano non rende. Da qui, una delle difficoltà di tradurre la poesia dalla lingua madre - anche se scritta nella lingua "politica" - in altra lingua. Da qui parte la mia ricerca dei significati universali della parola.» (l'autrice)